La scatola nera, si sa, è un dispositivo in grado di resistere ai peggiori impatti e, quando intorno ci sono solo macerie, ci permette di entrare in contatto con segnali di vita del passato.
La Scatola Nera (con le iniziali maiuscole) è un disco, ed è anche un progetto musicale che recupera un passato disperso nelle macerie del tempo e ce lo restituisce rivestendolo di contemporaneità. Generi scomparsi come il ragtime e il vaudeville – quanto di più lontano dall’attualità musicale – vengono riportati ai nostri giorni, ma non attraverso un’operazione nostalgica e celebrativa, bensì con la creatività del nuovo, dell’immaginato diventato reale. Quando questa Scatola si apre, svela un contenuto che non ci parla del passato, ma dei nostri giorni e di quello che non riusciamo a vedere con gli occhi di un presente senza memoria.
Scatola Nera è una testimonianza che proviene da un passato non ben definito che porta con sé i segni del tempo, i suoni dei graffi e della polvere: è la voce di una memoria corrotta, che cerca di rimettere insieme i frammenti dei suoi ricordi, la memoria di un vecchio o di un nastro graffiato. Scatola Nera racconta il tentativo di riappropriarsi di un passato rimosso e cancellato, attraverso frammenti letterari e musicali. È un’archeologia musicale ed emotiva. Il progetto nasce dalla collaborazione e dall’amicizia decennale tra Giacomo Carlone, produttore milanese, e il musicista e autore Luca Barbaglia. Grazie all’incontro con il pianista e saxofonista Gaetano Pappalardo e il chitarrista Simone Sigurani, è iniziato il lungo viaggio di arrangiamento, registrazione e produzione che ha dato vita alle canzoni di Barbaglia.