I Cucineremo Ciambelle sono quattro riminesi sparsi per il mondo in continua ricerca di un equilibrio tra spensieratezza e dolore, la cui polarità contrapposta lascia spazio nel mezzo per un gran tumulto di creatività, sostenuta da domande e riflessioni che nelle opere della band trova sfogo.
Ed è grazie a ciò che le loro canzoni riescono nella magia rara di essere tanto fresche quanto profonde, forti di una maturità artistica degna di nota. Da “Mimi”, prima traccia del disco, si parte accompagnati dagli intrecci di arpeggi creati dai quattro, che nel susseguirsi della tracklist diventano un vero e proprio marchio di fabbrica.
“Le Ferite del Gelo” è un album che all’ascolto regala finalmente la sensazione di essere di fronte a una voce autorevole e sincera dei quasi-trentenni di oggi, quella di una band che fa musica per necessità artistica e non per visibilità o ricerca del successo. E questo si coglie da ogni sfumatura delle loro canzoni: dalla scelta dei suoni alla particolarità degli arrangiamenti, fino allo spessore dei testi.
Se è vero che il rock sta tornando, è bene puntualizzare che non bisogna limitarsi a cercarlo negli abiti eccentrici o nei distorsori dozzinali: “Abbocco e poi affogo”, “Pallone gonfiato” e “Grandi spalle”, i primi tre singoli usciti nei mesi scorsi, sono in ottima compagnia.
Pura autenticità, dritta al punto.